La Traviata costumi di scena
Moda

LA TRAVIATA, I COSTUMI DI SCENA FIRMATI DA CHIURI E PICCIOLI

Analisi sui costumi di scena de “La Traviata” firmati da Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli

Sontuosi e “Haute Couture”: i costumi di scena de La Traviata firmati da Pierpaolo Piccoli e Maria Grazia Chiuri, l’ex duo di stilisti che ha fatto sognare il Made in Italy.

La Traviata, opera riadattata da Sofia Coppola, torna sul piccolo schermo dopo il successo ottenuto in teatro nel 2016 (in programmazione su Rai5 il 21 maggio).

L’eclettica regista, che ripropone sul palcoscenico un’opera descritta in chiave più moderna, affida a due grandi stilisti contemporanei la produzione degli abiti di scena. Una rilettura “rinfrescata” dei costumi in voga nella metà dell’Ottocento, periodo storico nel quale si sviluppa la storia.

Abito rosso per Violetta.

Gli ex colleghi (la Chiuri lascia maison Valentino per approdare in Dior nel 2016) lavorano a quattro mani sugli abiti indossati dagli attori in scena. Ricche vestigia e altrettanti opulenti ornamenti che , all’unanimità, vengono elogiati.

Tradizione e glamour contemporaneo si avvicendano in scena in un attento studio degli archivi storici che ci consegnano l’opera di Giuseppe Verdi in tutta la sua complessità.

I costumi di scena de La Traviata disegnati da Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli per Valentino

Definita anche La Traviata di Valentino (l’opera è compiuta grazie alla produzione della Fondazione di Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti), mostra un lato “couture” ben definito, insolito per uno spettacolo teatrale.

Abito in tulle doppiato

Nella mia vita ho sempre sognato di fare una Traviata ma in una maniera nuova. I grandi maestri  da Visconti a Zeffirelli, la Callas, Piero Tosi, Lila de Nobili mi hanno tutti ispirato in questo mio nuovo impegno. Non ho voluto una Traviata moderna e ridicola come se ne fanno molte oggi, ho voluto una Traviata classica e splendida, e ho chiesto a Sofia Coppola di dare quel tocco moderno e sorprendente che la renderà speciale” afferma Garavani in una intervista.

Gli abiti sono realizzati con tessuti di alta qualità. Un utilizzo smodato di shantung di seta rossa, tulle, e ancora strutture, goffrature e crinoline come da tradizione nel costume del XIX secolo. Le influenze di Luigi XVI sono caratteristiche del vestiario dell’epoca. Sul palco appaiono, così, abiti interi con corpetto a punta, le tipiche robes estive. Caratteristica principale è la scollatura ampia ornata da maniche a sbuffo.

Per l’uomo, i due stilisti concepiscono una jaquette (simile al redingote) con punto vita basso.

 

 

 

 

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