Damiano Clemente graphic designer di Dsquared2
Moda

Intervista al graphic designer Damiano Clemente: «con Dsquared2 ogni giorno è una nuova sfida»

Damiano Clemente si muove tra tessuti, bozzetti, colori, ritagli e una matita –o meglio, una pencil touch- è la sua arma. Lavora nell’ufficio stile di uno dei marchi italiani più richiesti del momento, ma la moda non è mai stata il suo obiettivo –piuttosto una grande opportunità. È la mente e la mano dietro le grafiche di Dsquared2.

Le sue creazioni concretizzano idee e traducono i temi delle collezioni in disegni che ricordano ora i manga giapponesi, ora i decori dei vasi greci, ora il mondo della fumettistica. Egli non ama definirsi “un’artista” ma, quello di Clemente, è uno stile versatile e ben definito, che porta l’arte nel mondo della moda streetwear. Lo abbiamo incontrato per farci raccontare la sua storia.

Damiano Clemente
Damiano Clemente

Qual è stato il tuo percorso accademico?

Ho avuto una formazione prettamente artistica. Dopo il liceo artistico ho frequentato l’Accademia delle Belle Arti, indirizzo “Illustrazione ed animazione”. Poi ho iniziato a viaggiare ma la vita mi ha riportato a Brindisi, mia città natale, dove mi sono occupato di illustrazioni e design di interni. Nel 2011 il trasferimento a Milano. È iniziato tutto per gioco: uno dei miei migliori amici credeva che potessi ambire a qualcosa di più. La mia avventura milanese è iniziata lavorando presso un’agenzia di comunicazione ma non ho mai smesso di lavorare con le mie illustrazioni. In questo periodo infatti, prendevo anche delle commissioni per lavori personali. Un giorno mi ha contattato un ragazzo su Facebook per una commissione privata. Entusiasta del mio lavoro, mi chiede il curriculum. Per destino o per fortuna, due giorni dopo avevo già fissato il colloquio per Dsquared2, anche se di loro non conoscevo praticamente nulla. Il colloquio più breve della mia vita, durato soli 15 minuti, ha dato inizio a una collaborazione di ormai 10 anni.

Quindi tu sei arrivato alla moda un po’ per caso?

Eh si! Per me la moda è “Il Diavolo veste Prada” (ride). Non avevo idea di cosa fosse una sfilata, una collezione, il coordinamento degli uffici. Ma tutte le cose migliori accadono un po’ per caso. Oggi, oltre che delle grafiche, mi occupo anche della parte Hi-Tech, quindi di tutta la parte dedicata agli accessori per il mobile. Sicuramente molto interessante

Il tuo lavoro quindi è trasversale rispetto a quello dei gemelli Dan e Dean

Si, io lavoro nell’ufficio stile in stretta collaborazione con i reparti di design, quindi qualsiasi mio lavoro nasce da un lavoro di squadra. Loro hanno un’idea o un tema per una collezione e insieme troviamo il modo migliore per tradurlo in grafica.

graphic designer Dsquared2

C’è stato un progetto in questi anni di cui vai particolarmente fiero e che hai sentito veramente “tuo”?

Sono tre i lavori a cui sono più affezionato. Quando vedi in passerella o nelle campagne pubblicitarie dei capi con su una stampa che ho creato, è sempre una forte emozione e una soddisfazione. La prima collezione che porto nel cuore è un estivo del 2014, una collezione dedicata all’Africa. Per l’occasione ho disegnato delle maschere africane reinterpretate in chiave moderna, i gemelli hanno molto apprezzato il mio lavoro al punto da metterlo su camice, t-shirt, bermuda e perfino sulle mutande. Si è creata un’immagine complessiva molto potente.

Poi c’è stato un invernale del 2016 il cui tema era il Giappone e i manga. Io ho avuto una formazione prettamente incentrata sui cartoon, gli anime e i manga degli anni ’80, quindi sono esploso di gioia quando ho dovuto progettare delle grafiche illustrate per questo tema. Qui “giocavo in casa”. Infine la ss20. Ancora una volta il mondo orientale, il fil rouge era la Cina e io ho reinterpretato le iconografie delle tigri cinesi. La stampa è poi finita su tutta la collezione con combinazioni cromatiche e dimensioni differenti. È stato molto soddisfacente.

C’è qualcosa che accomuna il lavoro di Damiano Clemente con la visione di Dsquared2?

Sicuramente un punto in comune che ho con il marchio Dsquared2 è il continuo mettersi in gioco. Mi piace mettermi in gioco, ogni lavoro è una nuova sfida e questo vale anche per ogni collezione del marchio. Anche se un lavoro è ben riuscito, non ci accontentiamo, proviamo a fare sempre meglio. Questo modo di lavorare è molto stimolante e lo sento molto mio. Poi Dean e Dan sono molto educati e per me l’educazione e la gentilezza sono presupposti fondamentali nella vita, soprattutto nel lavoro. È bello poter condividere certi valori.

Hai mai pensato di mettere la tua creatività al servizio di altri marchi? 

Si anche se il mio sogno è quello di poter vivere della mia creatività. Non mi definisco ancora artista, piuttosto sono un creativo, ma poter essere totalmente indipendente e libero nel pensare ai miei progetti è una cosa che mi piacerebbe molto. Mi piacerebbe essere conosciuto come “Damiano Clemente” e che la gente quando sente il mio nome lo associ ai miei lavori.

Il tuo lavoro in 3 parole

Stimolante, infinito, libero. È raro e forse un po’ paradossale, ma pur lavorando per conto di un marchio, il mio lavoro è abbastanza libero. Per fortuna riesco sempre ad esprimere la mia creatività.

Jennifer Lopez indossa una tuta Dsquared2 con illustrazioni di Damiano Clemente durante gli American Music Awards 2015
Jennifer Lopez indossa una tuta Dsquared2 con illustrazioni di Damiano Clemente durante gli American Music Awards 2015

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