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Salone del libro di Torino: tiriamo le somme

Il 31° Salone Internazionale del Libro di Torino si concluderà ufficialmente lunedì 14 maggio 2018. Il tema dell’evento: Un giorno, tutto questo.

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Veduta esterna di Lingotto Fiere

Salone del Libro di Torino: la 31° edizione

Cinque giorni tra libri, incontri, dibattiti, presentazioni e nuove sfide. Si potrebbe riassumere così il Salone del Libro di Torino, arrivato quest’anno alla sua 31° edizione. Per essere precisi: Salone Internazionale del Libro di Torino. Italianità, ma anche internazionalità: queste sono state le sfumature che hanno tinto il capoluogo piemontese. Tuttavia, non basta fermarsi a un breve sunto: il Salone è stato molto di più.

Cinque domande sono state poste ai partecipanti:

  1. Chi voglio essere?
  2. Perché mi serve un nemico?
  3. A chi appartiene il mondo?
  4. Dove mi portano spiritualità e scienza?
  5. Che cosa voglio dall’arte: libertà o rivoluzione?

Storici, autori, filosofi, economisti, musicisti, artisti, registi, attori, scienziati e disegnatori hanno espresso le loro opinioni. Si è discusso per lo più di sostenibilità, scienza, trascendenzapolis, esperienza artistica, identità. E, come sempre, non è stato possibile dare una risposta giusta o una sbagliata. Ogni interlocutore ha delineato il proprio concetto riguardo a ognuno degli argomenti sopra citati. Ma il Salone del Libro di Torino si basa proprio su questo: discutere, ipotizzare, proporre soluzioni o alternative. E tutto in una cornice culturale dai lati versatili e profondi.

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Un giorno, tutto questo: il tema della 31° edizione del Salone

Volti e nomi famosi

Il Salone del Libro di Torino non è solo un evento culturale: è anche un grande spettacolo. Per questo motivo, gli ospiti presenti non sono legati solo all’ambito editoriale o letterario. Alcuni, invece, lo sono diventati proprio per l’occasione.

Antonino Cannavacciuolo, per esempio, si è calato nei panni dell’autore presentando il suo nuovo libro di ricette, A tavola si sta insieme. Non poteva esserci connubio più pertinente al concetto di stile di vita che molte persone oggi hanno: cultura e cibo. Mangiare non è solo nutrirsi: è imparare, sperimentare, inventare, stupire noi stessi e chi ci circonda. «Se volete fare qualcosa di speciale per i vostri figli, non comprategli solo dei giocattoli» dice il famoso chef campano «Provate a cucinare insieme a loro. I bambini si stancano dei giocattoli, ma non si dimenticano le esperienze fatte insieme ai genitori.»

Tra gli altri volti e nomi celebri: Alessandro D’Avenia, Zerocalcare, Luciana Littizzetto, Erri de Luca, Silvio Muccino.

Piccole e grandi realtà editoriali

C’è una domanda che non è stata fatta: esiste forse competizione tra piccole e grandi case editrici in un evento culturale dalla risonanza internazionale? Le opinioni sono divise, seppur modestamente. «Non c’è competizione: ognuno ha la propria identità con il proprio catalogo editoriale. I piccoli editori operano in settori di nicchia, più specifici, mentre i grandi editori hanno il vantaggio di avere una distribuzione più ampia. Si tratta sostanzialmente di questo: maggiori e minori possibilità di promozione e distribuzione» sostiene Il Poligrafo, una piccola casa editrice.

«Anzi: i piccoli hanno bisogno della presenza dei grandi, in eventi come il Salone. Chi infatti viene per Mondadori, probabilmente passerà anche da noi» aggiunge La vita felice, un altro piccolo editore. «Fare cultura è una cosa bella a prescindere. E questo, quando si è piccoli editori, non significa entrare in competizione con chi è più grande. Soprattutto perché il concetto di “grande” è relativo. Si può essere grandi pur essendo piccoli» dice Treccani.

Tirando dunque le somme, possiamo dire che il Salone del Libro di Torino si è confermato ancora una volta come un prezioso evento. L’italianità tipica del Salone è riuscita a inserirsi in un contesto internazionale, offrendo molto più che i soli libri. E tutto questo è avvenuto in un’atmosfera politicamente corretta, in cui piccole e grandi realtà editoriali sono riuscite a convivere e a insegnare qualcosa a tutti i visitatori. Non si può fare altro, adesso, che aspettare con trepidazione la prossima edizione.

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