Ruinart: Jaume Plensa dedica una scultura a Thierry Ruinart
Arte,  Lifestyle

Ruinart visto da Jaume Plensa

Dom Thierry Ruinart  nato nel 1657 a Reims, sotto il regno di Luigi XIV studiò nella sua città presso il college «Bons Enfants» per diventare, cosa abbastanza rara per l’epoca, « maître ès Art » nel 1674 a soli 17 anni. L’arte o meglio le arti, di tutte le civiltà, a partire da questo momento entrano a far parte della storia della famiglia Ruinart e questa predilezione per il tema sarà trasmessa a ogni membro della famiglia, generazione dopo generazione.

Jaume Plensa artista conosciuto per le sue silhouette di corpi umani seduti o inginocchiati ha dedicato una scultura a dom Thierry Ruinart.

La sua sete di sapere e di conoscenza lo distingue a tal punto che nel 1682 viene chiamato presso l’abbazia di Saint-Germain-des-Prés dal celebre teologo, storico e sapiente Jean Mabillon.

Tempo dopo, il primo di Settembre 1729, Nicolas Ruinart fondò a Reims, nel cuore della Chanpagne, la Maison Ruinart  che  è stata la prima Maison di Champagne della storia. Un’impresa che quasi tre secoli dopo continua a consolidarsi e ad arricchirsi.

Thierry infuse nella famiglia Ruinart una passione profonda per la cultura e l’arte tanto che nel 1896 la Maison ebbe l’audacia di chiamare, per la prima volta nella storia dello Champagne, un giovane artista allora emergente, Alphonse Mucha, per affidargli la creazione di una « réclame » che suscitò gran clamore all’epoca! E tutto questo ben prima che Mucha diventasse uno dei pilastri dell’Art Nouveau.

La scultura ideata per Ruinart è una figura radicata al suolo come lo è la vigna e come dom Thierry Ruinart lo era alle sue radici champenoise.

L’opera di Plensa è costituita da elementi di linguaggio universali:  segni, lettere provenienti da otto alfabeti diversi – il latino, il greco, l’arabo, così cari a dom Thierry Ruinart, ma anche l’ebraico, il cinese, il giapponese, il russo e l’hindi.

Le lettere incastonate, che danno forma alla sua scultura, lasciano sottilmente passare la luce. Il volto non è rappresentato ma suggerito, al contempo « la porta della nostra anima » e « un regalo offerto a coloro che ci guardano ».  Plensa infatti da sempre si interessa alla « condizione biologica del linguaggio », visto che le lettere formano cellule che permettono di assemblare parole, poi testi, paragonabili quindi a un organismo vivente. Esse assumono una « forma umana » e, saldate le une alle altre, danno loro anche un’anima.

Ogni lettera, assemblata alla mano, crea una seconda pelle dalla forma capace di rinascere sempre in maniera diversa.

Alla base della scultura, ha inciso due date: 1729 e 2016: sono come un codice segreto, un messaggio criptato che rimanda alla fondazione della Maison Ruinart e quella della creazione dell’opera.

Per realizzare quest’opera, Jaume Plensa ha utilizzato un acciaio levigato dalle sfumature satinate, un lavoro durato quasi 5 mesi per dargli un’anima, una pulsazione, una luce e ancorarla in modo poetico alla terra attraverso le sue radici calligrafate.

L’opera è stata presentata nel corso di un evento organizzato da IC Insight Communications a Mi-Art, degna cornice dell’evento, nella Vip Lounge Ruinart

 

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