Rubens adorazione dei pastori
Arte,  Milano

Milano fashion week 2017: Rubens a Milano, il genio fiammingo e l’Italia

Oggi Mam-e consiglia Pietro Paolo Rubens e la nascita del Barocco, in mostra a Palazzo Reale fino al 26 febbraio.

Era un bell’uomo, lo si vede dai numerosi autoritratti: barba fluente, viso dai tratti morbidi, capelli ondulati dai riflessi mogano. Aveva belle maniere. Era colto, appassionato di arte antica, poliglotta, in Westfalia, dov’era nato nel 1577, aveva studiato in vista di una carriera d’ambasciatore.

Poi, la vita cambia le carte in tavola e Pietro Paolo Rubens, partito da Anversa per fare affari in Europa, diventa un pittore incredibilmente bravo e famoso. Ha uno stile speciale e un savoir faire da grande diplomatico, che in Spagna e in Inghilterra gli farà guadagnare lodi e titoli onorifici.

Ma è in Italia, dove arriva per fare il pittore nel 1600, che le cose andranno a gonfie vele.

 Del Rubens italiano racconta, a Palazzo Reale, la mostra Pietro Paolo Rubens e la nascita del Barocco, la prima che Milano dedica al pittore fiammingo dopo la strenna natalizia di un anno fa, a Palazzo Marino, con l’esposizione dell’Adorazione dei pastori di Fermo. Rubens, dunque, arriva a Venezia e conosce Tiziano, Tintoretto e Veronese. E’ ubriaco di colore, la sua pittura è schiarita, addolcita, ancora più seducente.

La notizia, di quel pittore straordinario che dipinge crocifissioni e nudi di donna con curve esagerate, arriva al duca Vincenzo Gonzaga che lo chiama a Mantova.

La famiglia Gonzaga in adorazione della Vergine è una delle 75 opere raccolte in tre anni dalla curatrice Anna Lo Bianco per la mostra milanese, 40 tele (alcune di dimensioni enormi) sono prestiti eccezionali del pittore fiammingo. Che è un uomo molto socievole e gran viaggiatore. Lasciata Mantova, si sposta a Genova, dove lavora per i Doria e realizza una serie di incisioni dei palazzi cinquecenteschi della via Aurea, bella da togliere il respiro.

Dopo la Liguria scende a Firenze per scoprire Michelangelo, poi si trasferisce a Roma per tre anni, dal 1605 al 1608, e lavora parecchio, grazie a due mentori di alto rango come il Cardinal Montalto e Scipione Borghese. La vista di Caravaggio e della Cappella Sistina sono fatali. Aumenta i il gigantismo delle figure che adesso appaiono scolpite nella luce, e insieme, incredibilmente, si conferma la leggerezza. Il suo stile ricercato, prezioso nei dettagli, influenza gli artisti del Barocco nascente, Luca Giordano, Pietro da Cortona, Giovanni Lanfranco, Gianlorenzo Bernini.

L’Italia è stata importante, ma Rubens adesso sente nostalgia di casa. Nel 1608 torna ad Anversa, e si fa una famiglia. Lei è la giovane e bella Isabella Brant, la modella dalle forme callipigie e dal seno tondo riconoscibile in tanti dipinti. Lo lascerà vedovo presto. Ma non inconsolabile, a 53 anni Pietro Paolo si risposa con una bellissima di 16 anni, Hélène Fourment, che gli darà cinque figli, poserà spesso per lui senza veli e godrà infine delle sue immense fortune quando, a 63 anni (un’età record per i tempi) il marito Pietro Paolo chiuderà gli occhi per sempre.

 

Pietro Paolo Rubens e la nascita del Barocco

Milano, Palazzo Reale, orario: lunedì 14.30 – 19.30; martedì, mercoledì, venerdì, domenica 9.30 – 19.30; giovedì e sabato 9.30 – 22.30. Info: tel. 02 88445181

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