Edward Hopper alla fondation Beyeler di Basilea
La Fondation Bayeler dedica a Edward Hopper una mostra che verte su un aspetto della sua pittura ancora poco indagato: il paesaggio. La mostra, infatti, viaggia nell’America urbana e rurale, fino alle province più estreme, per concentrarsi sulla produzione paesaggistica del grande artista.
Edward Hopper
Apatico e insicuro, era nato a Nyack, sul fiume Hudson, da una famiglia borghese che lo avrebbe tanto voluto architetto navale. Comincia a dipingere regolarmente al rientro da un viaggio a Parigi. Per mantenersi fa (controvoglia) l’illustratore ma senza la risolutezza della moglie Jo, compagna, musa, badante e sua unica modella, mai avrebbe raggiunto la fama.
Tutti noi conosciamo la malinconia di Edward Hopper sottolineata dalla prospettiva claustrofobica delle sue stanze spesso rubate da un indiscreto occhio esterno e sempre accompagnate da pochi personaggi desolati. La vita da lui dipinta è la grammatica del mondo moderno e totalmente “made in USA”: stazioni di servizio, case, bar, fari e navi, ma anche scorci degli interni di appartamenti, alberghi e cinema.
Sanno di “déjà vu”, ma la sua luce spietata li colora di inquietudine.
Hopper e la luce
La luce, protagonista dei dipinti di Hopper, avvolge gli edifici, le persone, rendendo le scene assolute e trasmettendone quei momenti silenziosi pieni di vita.
Lui stesso diceva: “Mi interessa più la luce del colore… io sono un realista e reagisco ai fenomeni naturali. Come un bambino io percepisco che la luce sulla parte più alta di una casa è differente da quella più bassa.. La luce è per me una forza espressiva importante, ma non ne sono mai del tutto consapevole.”
L’aspetto rivoluzionario della pittura di Hopper è questo connubio tra la luce e il suo particolare modo di riprendere le scene.
La mostra di Hedgar Hopper
Come già detto, la mostra alla Fondation Bayeler esplora fondamentalmente “l’aspetto paesaggio” nell’opera di Hopper.
Anche nei paesaggi, dove l’uomo o il passaggio dell’uomo rimangono comunque presenti, a descrivere l’atmosfera hopperiana sono gli inconfondibili chiaroscuri, gli accostamenti cromatici, le prospettive uniche e il sentimento che qualcosa sia appena successo o stia per succedere.
La mostra comprende acquerelli e oli dagli anni 1910 agli anni 1960 e fornisce quindi una panoramica completa e avvincente delle molteplici sfaccettature che connotano la pittura di Edward Hopper.
Accanto ai suoi quadri, da non perdere il cortometraggio in 3D firmato Wim Wenders.
Dove e quando
Fino al 17 maggio 2020 alla Fondation Beyeler – Baselstrasse 101, Riehen/Basilea, Svizzera
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