arte: l'autunno romano di claude monet. 60x71 cm
Arte

Claude Monet e L’autunno romano

L’esposizione, curata da Marianne Mathieu, presenterà circa sessanta opere del padre dell’Impressionismo, provenienti dal Musée Marmottan Monet – che nel 2016 ha festeggiato gli 80 anni di vita – testimonianza del suo percorso artistico, ma soprattutto dell’artista medesimo, dacché si tratta di opere che Monet conservava nella sua ultima dimora di Giverny e che il figlio Michel donò al museo.

Monet pronto a conquistare il Vittoriano dal prossimo 19 ottobre

Dai primissimi lavori, le celebri caricature della fine degli anni 50 dell’800, attraverso i paesaggi rurali e urbani di Londra, Parigi, Vétheuil, Pourville, ai ritratti dei figli, alle tele dedicate agli amatissimi fiori del suo giardino (rose, glicini, agapanti) fino alla inquietante modernità dei salici piangenti, del viale delle rose o del ponticello giapponese, per arrivare alle monumentali Ninfee e Glicini, la mostra renderà conto delle molteplici sfaccettature del suo lavoro, restituendo la ricchezza artistica di Monet.

É già possibile pre-acquistare i biglietti della mostra e prenotare le visite per gruppi e scuole telefonando al numero 06 87 15 111.

Un ritratto dell’artista

Claude Monet (Parigi 1840 – Giverny 1926) è considerato l’impressionista per eccellenza, dato che la sua devozione agli ideali del movimento rimase salda attraverso tutta la sua lunga carriera. Pertanto è appropriato che una delle sue prime opere – Impressione: alba (1872) – abbia dato nome al gruppo.

Trascorse la giovinezza a Le Harve, dove inizialmente si distinse come caricaturista. In seguito si convertì alla paesaggistica grazie al suo primo mentore, Boudin, dal quale ereditò la passione per la pittura all’aria aperta. Nel 1859 studiò all’Académie Suisse di Parigi e fece amicizia con Pisarro.

Dopo due anni di servizio militare ad Algeri, tornò a Le Harve e conobbe Jongkind, al quale dichiarò di dovere «la definitiva educazione del mio occhio». Nel 1862 entrò nello studio di Gleyre a Parigi, e qui incontrò Renoir, Sisley e Bazille, con i quali formò il primo nucleo del gruppo degli impressionisti.

La devozione di Claude Monet alla pittura all’aria aperta è illustrata dal famoso aneddoto che riguarda una delle sue ambiziose opere giovanili, Donne in giardino (1866/7). Il dipinto è alto circa 2 metri e mezzo e, per poterlo dipingere tutto dall’esterno, scavò un fosso in giardino, in modo che la tela potesse essere alzata o abbassata all’altezza richiesta per mezzo di una carrucola.

Corbet gli fece visita mentre stava lavorando a quest’opera e disse che Monet non avrebbe dipinto le foglie sul fondo finché non ci fossero state le condizioni di luce perfette. Tuttavia, nonostante gli piacesse mantenere quest’immagine di pittore en plein air, in seguito fece sempre più affidamento sul lavoro in studio.

Durante la guerra franco-prussiana, Claude Monet si rifugiò in Inghilterra con Pisarro: dipinse il Tamigi e i parchi di Londra e conobbe il mercante Durand-Ruel, che sarebbe diventato uno dei più grandi mecenati degli impressionisti.

Dal 1871 al 1876 visse ad Argenteuil, un villaggio sulla Senna vicino Parigi. Lì furono dipinti alcuni dei quadri più lieti e famosi dell’impressionismo, non solo dallo stesso Monet, ma anche dagli amici che andavano a trovarlo: Maret, Renoir e Sisley. Nel 1878 si trasferì a Vétheuil e nel 1883 si stabilì definitivamente a Giverny, a circa 65 km da Parigi.

All’inizio della carriera visse in estrema povertà, ma intorno al 1880 cominciò a prosperare. Nel 1890 aveva avuto abbastanza successo da poter acquistare la casa di Giverny e nel 1892 sposò la sua compagna, con cui aveva una relazione dal 1876.

Dal 1890 Monet si concentrò su una serie di quadri in cui dipinse lo stesso soggetto in differenti momenti della giornata e sotto differenti luci. I più conosciuti di questa serie sono “Covoni di fieno” e “La cattedrale di Rouen“.

Continuò a viaggiare molto, visitando Londra e Venezia più volte (e nel 1895 la Norvegia, dove dipinse con la barba «coperta di ghiaccioli»), ma la sua attenzione si concentrava sempre di più sul famoso giardino acquatico che aveva realizzato a Giverny.

Esso servì come soggetto per la serie di dipinti sulle Ninfee, che continuò a crescere fino a dominare completamente il suo lavoro. Nel 1914, ormai ricco e famoso, fece costruire uno studio speciale nel seminterrato di casa, così da poter dipingere tele enormi.

Dal 1908 iniziò ad accusare problemi alla vista (venne operato di cataratta nel 1923), ma dipinse fino alla fine, completando un grande progetto decorativo di quadri di ninfee che donò alla nazione nel 1926, anno della sua morte. I dipinti vennero collocati nell’Orangerie di Parigi nel 1927.

In queste ultime opere il suo stile era diventato così fluido e libero che le forme quasi scomparivano in una macchia di pennellate vibranti. Si è detto perfino che anticipino l’espressionismo astratto, ma per Monet rimase sempre fondamentale la rappresentazione del soggetto.

MONET

Dal 19 ottobre 2017

Complesso del Vittoriano – Ala Brasini, Roma

ORARIO

Dal lunedì al giovedì 9.30 > 19.30
Venerdì e sabato 9.30 > 22.00
Domenica 9.30 > 20.30
(la biglietteria chiude un’ora prima)

BIGLIETTI

Intero € 15,00 (audioguida inclusa)

Ridotto € 13,00 (audioguida inclus

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