Spettacolo,  Cinema

SILENCE E GLI ALTRI FILM DEL WEEKEND

Un tris d’assi nei cinema, per questo fine settimana: “Silence” di Martin Scorsese, “Allied“di Zemeckis e “The Founder“, la storia dietro la fondazione di Mc Donald’s

SILENCE: Ecco il nuovo film sulla passione di Martin Scorsese, dopo il controverso e deliberatamente trasgressivo “L’ultima tentazione di Cristo” con Willem Defoe nei panni del Nazzareno. Ma “Silence” è anche una sorta di “The Mission” a parti rovesciate: rispetto al sontuoso film di Joffé vediamo il ripiegamento e l’insuccesso dell’azione gesuita, non nelle Americhe ma nelle ancore più misteriose (all’epoca) terre orientali. La nuova, epica, fatica di Martin Scorsese – misteriosamente snobbata sia dai giudici del Golden Globe che del BAFTA – ha al suo centro la storia di due preti portoghesi, interpretati da Andrew Garfield (The Social Network) e Adam Driver (Star Wars – Il risveglio della forza), costretti a fronteggiare una serie di persecuzioni dirette nei loro confronti durante il loro viaggio missionario in Giappone per cristianizzare la nazione e rintracciare il proprio mentore sperduto, Father Cristóvão Ferreira.

ALLIED: Siamo nel 1942. Un responsabile dell’intelligence canadese incontra a Casablanca una donna che lavora come spia. Si innamoreranno, ma la loro relazione sarà messa a dura prova dalle pressioni della guerra. La spy story che vede come protagonisti Brad Pitt e Marion Cotillard, diretta da Robert Zemeckis, non è una delle migliori novità cinematografiche della stagione: il film non ha il magnetismo e l’intensità di “Casablanca” e girare una spy story nel 2017 è a forte rischio retorica/sbadiglio.

THE FOUNDER: ecco una storia interessante. Una di quelle che sarebbe potuta finire facilmente (e forse è già accaduto) sulla copertina di Internazionale. Cosa c’è veramente dietro Mc Donald’s? Com’è iniziata l’avventura di una delle cattedrali simboliche del capitalismo contemporaneo? Fortunatamente “The Founder” non è un film di inchiesta alla Michael Moore e non si arma della denuncia di “Big Size me” ma è una pura narrazione: quella dell’imprenditore Ray Kroc (interpretato da Michael Keaton) che un bel giorno decide di acquisire una catena di fast food da due geniali fratelli da cui sarà capace di trarne un impero. Il film di John Lee Hancock è una riuscita parabola del self made man americano, capace di turbare e appassionare: attualissima in questi tempi trumpiani.

MAGIC ISLAND: documentario, etimologicamente, nostalgico, che racconta il ritorno in Sicilia del figlio di Vincent Schiavelli (interprete dei film “Qualcuno volò sul nido del cuculo” e “Ghost“), nato nel paesino di Polizzi Generosa e morto recentemente. Un ritorno alle radici, che parte dalla necessità di esorcizzare il rapporto con il proprio passato e quello burrascoso avuto con il celebre padre, fino al momento del suo addio. A volte si intrecciano storie tanto diverse, lontane nel tempo e nello spazio, e si tentano storie difficili a proprio rischio e pericolo: così ha fatto il regista di “Magic Island”, un documentario evocativo e pieno di suggestioni. Malinconico e audace. 

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